RELAZIONE SULLE TEMATICHE FORESTALI E SUGLI INDIRIZZI SELVICOLTURALI

Per caratterizzare lo stato del bosco sono necessari diversi parametri. Quelli più in uso e dai quali si possono trarre molte deduzioni sulla situazione reale e sulla sua evoluzione sono la composizione, la massa legnosa (provvigione), la struttura e l'incremento.
La composizione concerne la mescolanza delle diverse specie arboree, la provvigione invece è un termine del gergo forestale che indica la massa legnosa deducibile dalle misurazioni dendrometriche, espressa in metri cubi; la provvigione unitaria è riferita all'ettaro e quindi consente un importante confronto di sintesi tra i vari boschi. A parità di numero di alberi delle medesime dimensioni diametriche, essa è tanto più elevata quanto più alta è la statura delle piante. La struttura riguarda la ripartizione in classi diametriche, normalmente dipendente dall'età delle piante che formano il bosco. L'incremento infine è la capacità di accrescimento biologico del bosco e si manifesta attraverso gli anelli annuali visibili nelle sezioni trasversali dei tronchi.
Raramente lo stato reale del bosco è quello ottimale, per questo l'assestamento forestale ha per riferimento dei modelli di bosco definito "normale", vale a dire in grado di mantenere la propria stabilità, erogando beni e servigi che gli sono richiesti alla società. Con l'avanzare delle acquisizioni ecologiche, la finalità della pianificazione forestale, prima orientata soprattutto a scopi economici e idrogeologici, è diventata quella di modellare il bosco in strutture ecosistemiche che, utilizzando le naturali risorse dell'ambiente, assicurino nel tempo la massima stabilità con le funzioni dirette ed indirette di cui sono capaci. Beni economici e servizi sociali possono essere ottenuti solo dopo il raggiungimento di una certa capacità strutturale dei soprassuoli arborei. La selvicoltura naturalistica cerca di conciliare i punti di vista di un'efficiente gestione forestale e quelli della protezione della natura e del paesaggio. Entro un lungo arco temporale certi parametri possono essere modellati in funzione delle richieste della società; tuttavia lo spazio di manovra umana ha dei limiti commisurati con le caratteristiche dei vari tipi di bosco.
 
 
 
 BIOTOPO N. 10. TORBIERE DI DANTA
 

I boschi permanenti (non quelli di nuova formazione) nei dintorni del biotopo presentano ottimi parametri dendrometrici, derivanti dalla natura tipologica degli abieteti dei substrati silicatici, congiunta alla selvicoltura naturalistica che si pratica da tempo. La provvigione media delle vicine particelle della Regola di Tutta Danta è di 412 mc/ha; l'incremento percentuale dell'1,65 %; l'incremento corrente di 6,2 mc/ha annui.

Sono interessanti i circostanti boschi con tipologia di abieteto montano, per lo più dei suoli mesici. Si sottolinea l'importanza dell'abete bianco soprattutto per il contributo dato biodiversità nel territorio (vedere le considerazioni fatte per la val del Grisol). Nell'abieteto la rinnovazione sia dell'abete rosso che del bianco è sempre pronta ed abbondante a seguito di qualsiasi intervento eseguito su superfici non troppo estese. Nel caso si sia in presenza di strutture polistratificate da mantenere sono richiesti interventi frequenti e di limitata intensità. Negli altri casi sarà opportuno badare che la tendenza alla monostratificazione si verifichi per piccole superfici piuttosto che su ampi comparti. La generale elevata reattività degli abieteti ai diversi interventi selvicolturali richiede una gestione oculata e di dettaglio e una duttilità nella scelta del tipo di intervento e della sua intensità, elementi che vanno valutati caso per caso.

Nelle stazioni di abieteto vi sarebbe dunque naturalmente non solo una sufficiente, bensì un'abbondante disponibilità di rinnovazione. Tuttavia anche con pochi soggetti da seme distribuiti regolarmente, sono sufficienti diradamenti selettivi di una certa intensità per potere garantire l'affermazione della rinnovazione di abete bianco. L'ottimale entità del diradamento in una stazione può essere dedotta nella maniera migliore possibile tramite l'osservazione della rinnovazione di abete bianco già esistente.

Nei dintorni superiori delle aree di biotopo si trovano anche lariceti insediatisi su praterie a prato-pascolo abbandonate. La rinnovazione forestale ha luogo sulla piccola superficie a causa della distribuzione a mosaico dei soggetti maturi. La varianza diametrica e la mancanza di uniformità favoriscono una certa movimentazione della struttura ma col passare degli anni si instaura la tendenza a formare popolamenti monoplani.


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